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Tè cinese: la storia, le curiosità, le varietà e le proprietà

Tè cinese: la storia, le curiosità, le varietà e le proprietà

Legna da ardere, riso, olio, sale, salsa di soia, aceto ed immancabilmente il tè: ecco le sette necessità fondamentali della vita in Cina!

Il tè cinese è considerato prezioso per la cura dell’anima e del corpo grazie alle sue proprietà leggendarie e antico come la cultura millenaria a cui appartiene.

Oggi vogliamo ripercorrerne la storia, tra miti e leggende, andare alla scoperta delle sue curiosità, come il nome del tè cinese più costoso del mondo, ed elencare le sue varietà e preziose proprietà per la salute di ognuno di noi.

La storia del tè cinese

Le sue origini: un racconto che inizia 5000 anni fa

Sembra che tutte le grandi storie nascano per colpa della forza di gravità, fu così con la mela per Newton e con le foglie di un albero che 5000 anni fa caddero nell’acqua dell’imperatore Shen Nung.

Secondo la leggenda la storia del tè cinese sembra avere origine da un “incidente” che portò alcune foglie aromatiche a posarsi all’interno del bollitore dell’imperatore.

Incuriosito dal profumo che emanava decise di berne un sorso, e subito ebbe la sensazione che quel liquido caldo e profumato stesse “indagando” il suo corpo.

Per questo Shen Nung decise di chiamarlo ch’a, il carattere cinese che significa proprio controllare o indagare.

Tanto forte fu l’impatto di questa storia che nel 200 a.C. un imperatore della dinastia Han stabilì che quando si faceva riferimento al tè, era necessario utilizzare uno speciale carattere scritto che illustrasse rami di legno, erba e un uomo tra i due, a simbolo dell’equilibrio portato dal tè tra l’umanità e la natura.

Quando il mercato cambiò il colore del tè

Con il passare del tempo il tè non venne più utilizzato soltanto per le sue proprietà mediche, ma divenne a tutti gli effetti un rituale.

Le piantagioni si moltiplicarono e il tè cinese divenne una delle maggiori fonti di ricchezza del paese.

Fino alla metà del XVII secolo tutto il tè cinese era tè verde.

Poi, come succede spesso nella storia del mondo, il mercato decise di cambiare le regole.

Per stare al passo con la richiesta delle esportazioni i coltivatori cinesi scoprirono che potevano conservare le foglie di tè con un processo di fermentazione speciale.

Così nacque il tè nero (tè rosso cinese come viene chiamato in patria), o tè pu erh, che riusciva a mantenere il suo sapore e aroma più a lungo dei più delicati tè verdi ed era più adatto ai lunghi viaggi di esportazione.

L’università del tè

Il tè è rimasto protagonista nella vita dei cinesi, che ovviamente si posizionano in testa alla classifica mondiale per quantità pro capite consumata.

In particolar modo è riconoscibile come elemento fondamentale in momenti importanti come il matrimonio, dove per tradizione la coppia serve il tè alle rispettive famiglie in segno di prosperità e rispetto verso i genitori.

Il tè è diventato inoltre materia di studio a tutto tondo al Lu Yu Tea Art Center, scuola di specializzazione, fondata nel 1980 a Taipei, e che oggi conta diverse sedi tra cui Beijing, Chengdu e Shanghai.

L’esame di ammissione è molto selettivo, ma i fortunati studenti che ancora oggi vogliono iscriversi riusciranno ad imparare tutte le fasi per una perfetta Cerimonia del tè e ad essere chiamati alla fine del loro percorso di studi “Tea Master”.

Oltre ad essere un percorso di studio e impegno, il tè consente l’aggregazione e il divertimento.

Il Tenfu Tea Museum è infatti il Museo più grande al mondo dedicato alla storia, alla preparazione e alle tradizioni di questa bevanda millenaria, e si trova a Zhangzhou nella regione del Fujian, una delle principali produttrici di tè nel paese.

Le curiosità sul tè cinese

Questo infuso nasconde tra le pieghe della sua storia molte più curiosità di quanto pensiamo.

La prima fra tutte si riferisce alla grande varietà, una delle caratteristiche principali del tè cinese.

Ma forse non tutti sanno che in realtà derivano tutte dalla stessa pianta, la Cammelia Sinensis, una pianta legnosa coltivata principalmente in Bangladesh, India e, ovviamente, in Cina.

Ma tra tutti i tipi di tè qual è quello più costoso? 

Ovviamente quello dei Ming, una delle dinastie cinesi più famose della storia.

Il tè Da Hong Pao (letteralmente «grande vestito rosso») vale 1300 euro al grammo e viene coltivato negli ex giardini cinesi della dinastia di imperatori Ming, sulle montagne Wu Yi.

Questo preziosissimo infuso, secondo la leggenda, curò la madre di un imperatore della dinastia Ming da una malattia.

Pensando a come beviamo il tè ogni giorno l’immagine che ci si presenta è quella delle “tea bags”, i sacchetti del tè che contengono le foglie da immergere nell’acqua bollente.

Ma questo metodo fu introdotto soltanto nel 1800 in America, e per i più esperti non rispetta il modo migliore di prepararlo.

Infatti il metodo più appropriato è quello di immergere direttamente le foglie in acqua, senza alterarne il sapore.

Le varietà

La Cina, nella produzione del tè, non è seconda a nessuno.

Le varietà che vengono coltivate, lavorate ed esportate sono molteplici ma facilmente classificabili.

Il fattore più rilevante nella diversificazione del prodotto finito è rappresentato dai metodi di lavorazione che le foglie subiscono dopo la raccolta. 

Ciò che diversifica le varie tipologie di tè cinese è data dal grado di fermentazione.

Come ricorderete, abbiamo raccontato come il tè nero nacque dalla necessità di aumentare la capacità di conservazione durante i lunghi tratti del commercio internazionale.

E infatti i due estremi tra cui si dividono le tipologie di tè sono quelli “non ossidati” come i tè verdi, e quelli completamente ossidati come i tè neri.

Nel mezzo ci sono i tè “semi-fermentati” che presentano un grado di ossidazione intermedio tra questi due estremi chiamato Qingcha, e tradotto con il nome di tè “verde-azzurro” o “blu”.

Le proprietà del tè cinese

Per ogni problema di salute, esiste sempre il tè adatto.

I tè poco fermentati, come la varietà verde, sono un ottimo antibatterico naturale.

Le sostanze che lo compongono infatti sono delle ottime alleate contro lo streptococco, che aiuta a mantenere sani bocca e denti, ma la sostanza più preziosa del tè verde è l’EGCG (epigallocatechina-3-gallato) un potente antiossidante che aiuta nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Il tè nero, invece, caratterizzato per la sua maggiore quantità di teina, ha effetti sulla nostra mente aiutandoci a concentrarci (ma senza esagerare). Inoltre come la varietà verde, anche quello nero, contiene degli antiossidanti, i flavonoidi, che aiutano il corpo a prevenire l’invecchiamento cellulare, a contrastare l’azione dei radicali liberi e a mantenere in salute il sistema cardio-circolatorio.

Che sia per la sua storia, per le sue proprietà benefiche, o perché non basterebbe una vita intera per assaggiare tutte le sue varietà, il tè sembra darci delle ottime ragioni per farlo entrare nella nostra routine quotidiana.

Si potrebbe iniziare assaggiando una delle sue varietà più caratteristiche: il Pu Ehr.

Ciò che lo rende unico, sia nel gusto che nel suo aspetto, è il suo processo di invecchiamento: le foglie infatti vengono esposte a microflora e batteri che lo fanno fermentare, conferendogli un sapore forte ma con una bassa quantità di caffeina.

Esattamente come il vino o i liquori, questo tè aumenta il suo valore con il passare del tempo, pensate che alcuni dei tè più apprezzati e costosi di questo tipo hanno più di 30 anni!

In Cina, o in uno dei bar più forniti della vostra città, fate quest’esperienza e raccontateci se anche voi avete avuto la sensazione che il tè “indagasse” il vostro corpo, proprio come successe all’imperatore Shen Nung 5000 anni fa.

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