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Storia e origini del caffè, bevanda amata in tutto il mondo - Filicori Zecchini Italia

Storia e origini del caffè, bevanda amata in tutto il mondo

Chissà chi è stato il primo che, osservando le bacche rossastre della pianta del caffè, ha immaginato che potesse trasformarsi in una bevanda energizzante e curativa, apprezzata in tutto il mondo.

Le origini del caffè sono avvolte nel mistero e, scoprirle, può essere molto affascinante.

Per questo, ripercorrendo documenti e leggende, abbiamo deciso di raccontarvi la storia del caffè e delle sue origini.

Origini e storia del caffè: dall’Etiopia al mondo intero

La pianta del caffè ha, con ogni probabilità, origine etiope e, più precisamente, è stata la popolazione degli Oromo ad aver scoperto per prima le proprietà delle sue bacche attorno all’VIII secolo d.C. La provincia dove avvenne questa intuizione si chiama, non a caso, proprio Kaffa…

Tuttavia, è con le invasioni etiopiche nello Yemen – tra il XIII e il XIV secolo – che la storia del caffè subì una radicale trasformazione: se, infatti, gli abitanti dell’Abissinia essiccavano e abbrustolivano le bacche del caffè per mangiarle con burro e sale, furono gli Arabi per primi a trasformarle in una bevanda.

Le principali leggende arabe

Come ciò sia successo è ancora avvolto nella leggenda.

Sono tante, infatti, le storie più o meno fondate e attendibili a proposito delle origini del caffè.

Si racconta di una bevanda amara e nera, capace di dare energia alle persone, impiegata dai guerrieri arabi per farsi coraggio nelle battaglie più dure.

Mentre altri sostengono che ad aver “inventato” il caffè sia stato il famoso medico, filosofo, matematico e fisico Avicenna: pare che lo somministrasse come medicina già nell’anno 1000.

Infine, un’altra versione della storia del caffè attribuisce il merito della scoperta ad un anonimo pastore yemenita che, attorno al 1400 oppure – secondo un’altra versione – nel 500 d.C., osservò le sue capre sgranocchiare felici queste misteriose bacche.

Dopo averne fatto scorpacciata, gli animali diventavano improvvisamente iperattivi ed irrequieti.

Preoccupato, raccontò la storia ad alcuni monaci che, studiando e riflettendo sulla vicenda, compresero le potenzialità del caffè.

La storia del caffè in Europa

La diffusione in Europa del caffè avviene attraverso due canali distinti, l’uno legato ai commerci internazionali e l’altro, invece, come conseguenza di una guerra.

La prima “Bottega del Caffè” venne aperta nel 1640 a Venezia, cuore degli scambi tra Oriente e Occidente, in virtù della fiorente attività del suo porto.

I primi sacchi di caffè furono portati dal botanico e medico Prospero Alpino direttamente dalla Turchia e, in pochi anni, la passione per questa bevanda esotica conquistò i veneziani.

Si trattava di un prodotto d’élite, piuttosto costoso e venduto in farmacia: proprio i pregi nutrizionali del caffè sono i protagonisti di un opuscolo diffuso nel 1716 tra le calli della Serenissima.

Un’altra data cruciale per la diffusione del caffè in Europa è il 1683, anno del secondo assedio di Vienna da parte dei Turchi e della definitiva cacciata degli Ottomani.

Nella fretta della ritirata, si narra che gli invasori lasciarono indietro alcuni sacchi di misteriosi chicchi scuri.

Solo un polacco di nome Kolschitzky li riconobbe; aveva vissuto per un periodo nei territori ottomani e quindi sapeva che si trovava di fronte ad una riserva preziosissima di caffè.

Conclusasi la guerra, dunque, aprì una bottega a Vienna dove vendeva caffè amaro, ma anche mescolato con miele e latte, conquistando così il palato dei viennesi.

Da Vienna e Venezia il caffè si diffuse presto in tutta Europa prima come bevanda degli intellettuali durante tutto il Settecento, quando nacquero alcuni dei più famosi caffè letterari italiani.

E proprio dai paesi europei, la coltivazione della pianta del caffè si diffuse anche altrove.

Gli Olandesi, infatti, la esportarono in Batavia e Giava, i Francesi nell’isola di Martinica e nelle Antille, mentre Inglesi, Portoghesi e Spagnoli in Asia e in America Latina.

E proprio qui, in Brasile, si scoprì il clima ideale per far prosperare le piantagioni; un equilibrio pressoché perfetto che fa sì che, ancora oggi, sia l’area di maggiore produzione a livello mondiale.

La storia del caffè in Europa

La diffusione in Europa del caffè avviene attraverso due canali distinti, l’uno legato ai commerci internazionali e l’altro, invece, come conseguenza di una guerra.

La prima “Bottega del Caffè” venne aperta nel 1640 a Venezia, cuore degli scambi tra Oriente e Occidente, in virtù della fiorente attività del suo porto.

I primi sacchi di caffè furono portati dal botanico e medico Prospero Alpino direttamente dalla Turchia e, in pochi anni, la passione per questa bevanda esotica conquistò i veneziani.

Si trattava di un prodotto d’élite, piuttosto costoso e venduto in farmacia: proprio i pregi nutrizionali del caffè sono i protagonisti di un opuscolo diffuso nel 1716 tra le calli della Serenissima.

Un’altra data cruciale per la diffusione del caffè in Europa è il 1683, anno del secondo assedio di Vienna da parte dei Turchi e della definitiva cacciata degli Ottomani.

Nella fretta della ritirata, si narra che gli invasori lasciarono indietro alcuni sacchi di misteriosi chicchi scuri.

Solo un polacco di nome Kolschitzky li riconobbe; aveva vissuto per un periodo nei territori ottomani e quindi sapeva che si trovava di fronte ad una riserva preziosissima di caffè.

Conclusasi la guerra, dunque, aprì una bottega a Vienna dove vendeva caffè amaro, ma anche mescolato con miele e latte, conquistando così il palato dei viennesi.

Da Vienna e Venezia il caffè si diffuse presto in tutta Europa prima come bevanda degli intellettuali durante tutto il Settecento, quando nacquero alcuni dei più famosi caffè letterari italiani.

E proprio dai paesi europei, la coltivazione della pianta del caffè si diffuse anche altrove.

Gli Olandesi, infatti, la esportarono in Batavia e Giava, i Francesi nell’isola di Martinica e nelle Antille, mentre Inglesi, Portoghesi e Spagnoli in Asia e in America Latina.

E proprio qui, in Brasile, si scoprì il clima ideale per far prosperare le piantagioni; un equilibrio pressoché perfetto che fa sì che, ancora oggi, sia l’area di maggiore produzione a livello mondiale.

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