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I 5 caffè storici di Parigi da non perdere

I 5 caffè storici di Parigi da non perdere

Poche mete come Parigi evocano un immaginario potente, pieno di storie e di luoghi indimenticabili, anche quando si parla di caffè.

Passeggiando per Montmartre o Marais la tentazione di fermarsi in uno dei bar che arricchiscono le vie della città è davvero forte.

Così, per farvi vivere quest’esperienza al meglio, abbiamo deciso di segnalarvi alcuni indirizzi imperdibili di caffè storici di Parigi.

I caffè storici di Parigi

Dopo New York e Praga, abbiamo scelto la capitale francese per suggerirvi i migliori caffè storici: vi accompagneremo tra le sale meravigliose per assaporare caffè, tè e cioccolate di pregio, proprio come nel passato hanno fatto Napoleone, Picasso, Hemingway, Simone de Beauvoir e tanti altri.

Café de Flore

Se subite il fascino dell’atmosfera bohémien intrisa di arte, letteratura e filosofia allora il Café de Flore è il posto che fa per voi.

Il locale fu inaugurato all’inizio della Terza Repubblica, nel 1887, e deve il suo nome alla presenza di una statua della divinità posta proprio davanti al bar.

Tra gli avventori ricordiamo personaggi fondamentali per la cultura, la letteratura, la cinematografia e la filosofia: Apollinaire e André Breton furono i nomi più importanti insieme a Camus e Picasso.

Durante la Seconda Guerra Mondiale e l’Occupazione, il Café de Flore si trasformò in un vero e proprio avamposto per la Resistenza francese, come ricorda il pittore Henri Pellettier: “a Flore abbiamo attraversato l’Occupazione come un oceano, lo schianto degli eventi si è rotto sul fasciame”; negli stessi anni, anche Jean Paul Sarte scrive di sé e di Simone de Beauvoir: “siamo completamente stabili lì: dalle 9 a mezzogiorno lavoriamo, andiamo a pranzo, e dopo due ore torniamo e dopocena incontriamo lì le persone con le quali abbiamo appuntamento.

Può sembrare strano per te, ma da Flore eravamo a casa”.

Anche nei decenni successivi il Café ospitò personaggi di rilievo nazionale e internazionale come Hemingway, Capote, Brigitte Bardot, Alain Delon fino a Sharon Stone e Francis Ford Coppola che disse a una televisione francese di volersi trasferire a Parigi solo per fare colazione tutte le mattine da Flore.

Se visiterete questo locale, vi segnaliamo il Caffè Flore speciale (anche nella sua variante corretta con il Baileys), il Flore speciale al cioccolato e la grande selezione di tè.

Café de la Paix

Inaugurato nel lontano 1862 dall’imperatrice Eugenia, come bar dell’omonimo hotel che si trova ai piani superiori, il Cafè de la Paix è sempre stato un esempio di eleganza e stile per l’arredamento ricercato e gli affreschi preziosi.

Il Café de la Paix è stato anche un punto di riferimento per molti intellettuali, primo fra tutti Oscar Wilde.

Si racconta che un giorno, dalla terrazza del Café, in mezzo alla nebbia, vide apparire un grande angelo dorato.

Tutti gridavano al miracolo ma Wilde capì subito il “trucco”: non si trattava di una visione, ma della grande statua posta in cima al palazzo dell’Opera che, per un curioso gioco di luce, si rifletteva sulla nebbia, proprio in mezzo alla strada.

Anche in questo locale la Seconda Guerra Mondiale lasciò il segno: il 25 agosto 1944, durante un combattimento per la liberazione della città, una granata tedesca scatenò un principio di incendio.

I camerieri e tutto il personale, con un intervento repentino, salvarono il cafè dalle fiamme.

Se dovete scegliere in quale momento andare al Café de la Paix vi suggeriamo di passare durante il brunch: lo Chef Laurent André ha trasformato questo momento in un tripudio di cibo e bevande, un’occasione da non farsi sfuggire.

Café du Dome

Questo luogo dal 1898 offre prelibatezze, cultura e arte nel quartiere di Montparnasse.

Il Café du Dome ha da sempre attirato una clientela appartenente all’ambito artistico, come pittori, scultori, scrittori, poeti, modelle e mercanti d’arte, trasformandosi così in un punto focale per gli artisti residenti sulla rive gauche di Parigi.

All’epoca, infatti, ci si poteva sfamare con una salsiccia di Tolosa e un piatto di purè per l’equivalente di un solo euro.

Il Cafè du Dome fu anche riconosciuto come il vero punto di incontro della grande colonia di letterati americani, ma non solo, che frequentavano la capitale francese: venne addirittura coniato un termine specifico, i Dômiers, che stava ad indicare il gruppo internazionale di artisti e letterati che si riunivano nelle sale del caffè.

Tra questi ci furono infatti Robert Capa, Ernest Hemingway, Henry Miller, Ezra Pound, Gibran Khalil Gibran, Wassily Kandinsky, Amedeo Modigliani e Picasso.

Café Procope

Il Café Procope è considerato il primo caffè di Parigi e alcuni pensano addirittura d’Europa.

Fu inaugurato esattamente venti anni dopo l’arrivo, nella corte francese, della bevanda ormai nota come caffè, ad opera del sultano Maometto IV.

Il locale nel 1686 venne rilevato da un italiano originario di Acitrezza, Francesco Procopio dei Coltelli a cui si deve il nome.

Allo stesso personaggio si attribuisce l’invenzione del gelato. Nel suo locale, infatti, si servivano acque gelate (la granita), gelati di frutta, fiori d’anice, fiori di cannella, frangipane, gelato al succo di limone, gelato al succo d’arancio e sorbetto di fragola.

Per ordine del re Luigi XIV, questo imprenditore era l’unico a Parigi a poter vendere queste prelibatezze.

In breve tempo il Caffè Procope divenne uno dei luoghi più importanti della città e fu frequentato dai personaggi più famosi, da La Fontaine, Voltaire, Napoleone, Honoré de Balzac, Victor Hugo, George Sand, Paul Verlaine, ma anche da Robespierre, Danton e Jean-Paul Marat.

Una leggenda vuole che Diderot scelse questo locale come location per scrivere alcuni articoli della sua Encyclopédie e che Benjamin Franklin vi preparò «il progetto di alleanza tra Luigi XVI e la neonata repubblica», come testimonia una targa commemorativa, ponendo così le basi della futura costituzione degli Stati Uniti.

Les Deux Magots

“Magot” in francese significa “statuetta dell’Estremo Oriente”.

Un nome insolito per una caffetteria, se non fosse che i suoi locali erano precedentemente occupati da una teleria specializzata in seta, prodotto tipicamente orientale.

La sua insegna, composta da due magot, è rimasta invariata nel tempo.

Dal 1884 Les Deux Magots accoglie i parigini, anche quelli più famosi, come Paul Verlaine, Arthur Rimbaud e Stéphane Mallarmé che frequentavano il locale per l’assenzio.

Il café è rimasto un punto di riferimento anche nei decenni successivi, divenendo un ritrovo dei surrealisti sotto la guida di André Breton.

Questi intellettuali, nel 1933, istituirono un premio letterario che portava proprio il nome del locale.

La tradizione è una cosa seria a Les Deux Magots.

Basti pensare che la famiglia che lo gestisce è sempre la stessa, dal 1914!

La tradizione è evidente anche in una preparazione in particolare, quella della cioccolata calda che è ancora fatta “alla vecchia maniera”, cioè a partire dalla tavoletta.

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