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I caffè letterari italiani: 5 indirizzi da non perdere - Filicori Zecchini Italia

I caffè letterari italiani: 5 indirizzi da non perdere

Questa volta non vi parleremo di caffetterie particolari in giro per il mondo, ma di luoghi che sembrano essere rimasti indietro nel tempo.

Non c’è niente di più affascinante che prendere un caffè seduti all’interno di uno dei caffè letterari italiani.

L’atmosfera bohemien di questi locali sembra quasi portarci indietro nel tempo, a quando questi luoghi, che poco hanno risentito delle mode, erano pieni di intellettuali, scienziati e rappresentanti della borghesia colta.

Abbiamo selezionato per voi 5 caffè letterari italiani da non perdere, percorrendo il Bel Paese da nord a sud.

Caffè letterari in Italia: un viaggio da nord a sud

Prima di iniziare questo viaggio è forse il caso di capire insieme cos’è un “caffè letterario”.

Nati intorno al 1700, i caffè letterari diventarono luoghi di incontro dove ritrovarsi e parlare di cultura, arte, letteratura, filosofia e politica.

I temi trattati al loro interno trasformarono ben presto questi luoghi in un simbolo della cultura illuminista.

Oggi i caffè letterari italiani hanno perso questa funzione ma conservano tutto il loro fascino…

Caffè Tommaseo (Trieste)

Nato nel 1830 accanto a uno dei luoghi più belli della città, la famosa Piazza Unità d’Italia, il Caffè Tommaseo deve il suo nome a Tommaso Marcato, arrivato in città per scopi commerciali.

Per impreziosire il locale e renderlo unico nel suo genere fu scelto il pittore Gattieri, mentre tra gli arredi spiccano ancora oggi le grandi specchiere fatte arrivare appositamente dal Belgio.

Tra i personaggi storici che frequentarono il locale ci sono il poeta Besenghi degli Ughi, Svevo, Joyce, Stuparich, Quarantotti Gambini ed Umberto Saba.

Nel 1954 è arrivato anche il riconoscimento ufficiale come “locale storico d’Italia”: da quell’anno il Caffè Tommaseo è tutelato come monumento storico e artistico.

Caffè al Bicerin (Torino)

La storia di questo caffè inizia nel lontano 1763, grazie a Giuseppe Dentis.

Il locale al principio fu arredato in modo semplice e spartano, con tavole e panche di legno ma, grazie al lavoro dell’architetto Carlo Promis, diventò sempre più elegante e sofisticato con tavolini di marmo bianco e rivestimenti in legno sulle pareti.

Il nome del locale deriva dal caffè bicerin, che qui è nato.

Il Caffè al Bicerin è anche un esempio di imprenditorialità al femminile. Anche se fu inaugurato da un uomo, ben presto la gestione passò alle signore.

Il fatto che fosse un locale a conduzione femminile e la sua posizione, di fronte al Santuario della Consolata, contribuirono a trasformarlo in un punto di incontro per le signore di Torino che, al suo interno, si sentivano a proprio agio.

Le specialità servite erano quelle tipiche di una cioccolateria e gli alcolici disponibili erano soltanto vermouth, rosolio e ratafià.

Giubbe Rosse (Firenze)

Nacque alla fine dell‘800 grazie ai fratelli Reininghaus, nel Mercato Vecchio, cuore di Firenze.

L’apertura del locale fu resa possibile grazie alla rivalutazione del quartiere, da troppo tempo teatro di delinquenza e degrado.

Il suo nome così particolare ha in realtà una genesi molto semplice: deriva, infatti, dal colore sgargiante delle giacche rosse che fu scelto per i camerieri nel 1910, quando il nuovo proprietario ristrutturò il locale in stile liberty.

La storia delle Giubbe Rosse è strettamente collegata alla letteratura italiana, dal futurismo con Giovanni Papini, Ardengo Soffici e Giuseppe Prezzolini; all’ermetismo con Carlo Bo, Mario Luzi, Tommaso Landolfi e Oreste Macrì.

Proseguendo poi con la presenza di alcune delle penne più eccellenti della storia d’Italia come Elio Vittorini, Salvatore Quasimodo, Luciano Guarnieri e Antonio Bueno.

Antico Caffè Greco (Roma)

Posto nel cuore della città immortale, in via Condotti, l’Antico Caffè Greco ha radici molto lontane nel tempo.

Nato nel 1760, divenne ben presto il ritrovo degli intellettuali della Capitale e di artisti perlopiù provenienti dalla Germania.

Tra i suoi assidui frequentatori si possono ricordare Gioacchino Pecci, futuro papa Leone XIII, e Silvio Pellico.

Gran Caffè Gambrinus (Napoli)

Quando si parla di caffè è impossibile non citare Napoli.

La città partenopea fa di questa bevanda non solo un rituale irrinunciabile ma, come abbiamo descritto anche qualche tempo fa nell’articolo dedicato al caffè sospeso, anche un gesto di solidarietà.

La data ufficiale di inaugurazione è il 1890, anno in cui il Gran Caffè Gambrinus divenne il cuore della vita mondana, culturale e letteraria di Napoli.

Così le sue sale – denominate “della politica”, “della vita” e “della rotonda” – diventarono il palcoscenico perfetto per incontri e simposi di giornalisti, letterati e artisti dell’epoca.

Davvero eccellenti i nomi dei personaggi storici che hanno scelto questo luogo imperdibile: da letterati stranieri come Oscar Wilde e Hemingway, a quelli italiani come Gabriele D’Annunzio e Benedetto Croce.

Anche importanti nomi femminili sono da annoverare tra i frequentatori del Gran Caffè, come la principessa Sissi e una donna che divenne una delle protagoniste della scena culturale di Napoli, Matilde Serao.

Ci sono altri caffè letterari italiani di cui non abbiamo parlato?

Scriveteli nei commenti in modo da rendere ancora più completa questa mappa “storica” del caffè!

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