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Moka o macchina espresso? Tutte le caratteristiche e le differenze - Filicori Zecchini Italia

Moka o macchina espresso? Tutte le caratteristiche e le differenze

C’è chi afferma con sicurezza che il vero caffè sia soltanto l’espresso del bar: corto, vellutato e cremoso, chi invece tiene alta la bandiera della Moka, col suo gusto più delicato e la ritualità del gesto; non a caso, la caffettiera moka è uno degli oggetti che molti italiani portano con sé quando si trasferiscono a vivere all’estero (la Germania è tra i principali mercati di esportazione di macchine per il caffè).

Se in Italia bere caffè è un vero e proprio rito sociale, non tutti sono d’accordo sulle modalità che esaltano al meglio il gusto unico di una bevanda il cui consumo cresce di anno in anno.

Vediamo insieme quali sono le differenze tra il caffè preparato con la moka e l’espresso, a partire dal procedimento di estrazione fino ai costi e alla sostenibilità del prodotto.

Moka o macchina espresso: le differenze e la storia

L’espresso è una bevanda più intensa e corposa rispetto al caffè della moka, ma la differenza fondamentale tra i due è la presenza della crema, che spinge molte persone a preferire la tazzina servita al bar o a dotarsi di una macchina a cialde o capsule per poter godere anche in casa di un sapore più consistente.

Sia la moka che la macchina per espresso (da bar o da casa, con capsule o cialde) sfruttano la pressione per estrarre la bevanda dalla polvere.

Nel caso dell’espresso, la temperatura dell’acqua è di circa 90 °C e la pressione è molto elevata (8-9 atmosfere e anche più): lo strato di crema stabile si ottiene proprio per questo motivo ed è formato da una sospensione di micro particelle di caffè e micro bollicine d’acqua.

Il suo colore varia a seconda della miscela utilizzata, più rossiccio per l’Arabica, di un marrone più spento per la Robusta.

Per quanto riguarda la moka e il suo caffè, la sola pressione a cui viene sottoposta la miscela è quella del vapore acqueo e il prodotto risulta perciò meno denso e corposo.

Come fare un ottimo caffè con la moka?

Per ottenere il massimo del gusto, il consiglio è di usare una miscela con la giusta granulometria di macinazione e non alzare mai la fiamma al massimo.

Quando nasce la macchina per l’espresso

Nel 1884, Angelo Moriondo, un industriale di Torino, inventò la prima macchina per caffè espresso ma non portò la sua idea a livello industriale: l’invenzione viene infatti generalmente attribuita al milanese Luigi Bezzera, che la brevettò nel 1901.

All’inizio si trattava di un grosso cilindro verticale, contenente una caldaia in ottone mantenuta in pressione da un fornello a gas.

Lateralmente alla caldaia erano posizionati i gruppi in cui veniva messo il caffè.

Girando un rubinetto, l’acqua in ebollizione e il vapore passavano attraverso il caffè, per un’estrazione lunga circa un minuto. 

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, fu implementato un sistema a leva inventato da Angelo Gaggia, che nel 1945 ne avviò la produzione.

Questo tipo di macchina sfruttava la pressione manuale, mentre oggi l’estrazione avviene grazie a una pompa elettrica e il lavoro è infatti più semplice e meno faticoso, ma la più importante innovazione fu nella temperatura dell’acqua che, da 120° gradi scese sugli 85-90 °C: in questo modo il caffè perse il gusto amaro, mentre l’elevata pressione ha permesso di creare la delicata crema color nocciola.

Un altro cambiamento importante fu la preinfusione, che prevede di bagnare dolcemente la cialda di caffè nella primissima fase di estrazione.

Quando nasce la moka

Date una moka a un italiano all’estero e conquisterà il mondo.

O forse no, ma vi offrirà senza dubbio un’ottima bevanda, icona del made in Italy tanto quanto l’utensile con il quale viene preparata.

Non è un caso, infatti, se questo oggetto ottagonale in alluminio è presente nella collezione permanente del Mo.Ma di New York!

Il caffè della moka è un simbolo dell’italianità ancora oggi molto sentito, fa pensare ai pranzi in famiglia, alle chiacchiere sul divano nel primo pomeriggio.

Il nome “moka” viene da una città dello Yemen, Mokha appunto, tra le prime e più famose zone di coltivazione e produzione di caffè della varietà Arabica.

La caffettiera che porta questo nome fu inventata da Alfonso Bialetti nel 1933 e divenne un oggetto di largo consumo dagli anni ‘50 in poi.

Moka versus Espresso: i costi, la scelta più sostenibile e l’impatto sulla salute

Espresso e moka sono molto più che due modi di preparare una bevanda, sono quasi due filosofie di vita.

Le ragioni che portano a preferire l’uno o l’altro sono chiaramente legate al gusto personale, e de gustibus non disputandum est, come tutti sanno bene.

Se un vero amante dell’espresso non esita a dotare la propria abitazione di una moderna macchina a capsule o cialde, che non solo garantisce il gusto del “caffè del bar”, ma è anche molto pratica e veloce da usare, e non richiede di essere lavata a ogni utilizzo, è pur vero che in quanto a costo e sostenibilità è la moka a vincere la sfida. Vediamo perché.

Quanto costa un espresso e un caffè con la moka?

Per prima cosa, sappiamo bene che una moka ha un prezzo inferiore a una macchina per il caffè espresso: una spesa da effettuare una tantum, certo, che però influisce sulla decisione da parte del consumatore.

Anche per quanto riguarda i costi della materia prima è la moka a risultare più economica.

Naturalmente la qualità del caffè fa la differenza, anche tra i macinati ci sono prodotti di fascia economica, medio-alta e d’eccellenza, ma di media la spesa è inferiore a quella per il caffè in capsule.

Bisogna dire, però, che quest’ultimo mantiene intatte le sue caratteristiche per molto tempo, mentre il caffè per la moka rischia facilmente di perdere aroma e fragranza se non viene conservato in maniera adeguata.

Quale contiene più caffeina?

In tanti sono convinti che l’espresso contenga più caffeina, ma ciò non è affatto vero.

Il quantitativo di caffeina contenuto in ogni tazza, infatti, dipende dalla quantità di tempo in cui l’acqua che filtra resta a contatto con la polvere di caffè macinato.

Maggiore è il periodo di contatto, maggiore sarà la quantità di caffeina rilasciata e, dal momento che il processo della moka è più lento, in questo caffè la caffeina rilasciata è maggiore.

Detto questo, occorre sempre tenere presente che la quantità di caffeina cambia da una tipologia di caffè all’altra.

Moka o Espresso, qual è più sostenibile?

Gli amanti dell’espresso dovranno arrendersi di fronte al fatto che il sistema della moka è più sostenibile per il nostro pianeta, per due motivi: prima di tutto, l’apparecchio è più piccolo e il suo smaltimento come rifiuto è più semplice, mentre una macchina per l’espresso ha volume maggiore, ma soprattutto componenti in plastica, metallo e parti elettroniche, il che rende più difficoltoso il processo.

Le capsule stesse, inoltre, rappresentano un problema per la quantità di rifiuti non riciclabili a cui danno vita.

Fortunatamente, però, molti marchi stanno producendo ora capsule compostabili, che risolvono questo aspetto del problema.

Gli italiani preferiscono moka o macchina per espresso?

Tutti i vostri amici usano macchine per espresso e cominciate a sentirvi solo nel vostro amore per la tradizione della moka?

Tranquilli, il sorpasso è ancora lontano: più del 70% degli italiani, infatti, preferisce utilizzare la moka.

Questo simbolo del boom economico degli anni ‘50 sembra non essere invecchiato affatto, e preparare il caffè resta per molti un rito che richiede lentezza, a dispetto della praticità offerta da altre soluzioni.

Vi è venuta una gran voglia di caffè, adesso?

Oggi ve ne consigliamo uno davvero prezioso, Etiopia: il suo aroma vi trasporterà verso mete esotiche, indietro nel tempo, fino alle sue antiche origini.

Provate anche le miscele per moka: delicato, forte e decaffeinato.
E voi cosa scegliete, la coccola del caffè espresso o il piacere “lento” della moka?

Raccontateci la vostra pausa caffè ideale nei commenti.

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