In un paese come l’Italia dove il caffè non è solo una bevanda, ma una tradizione consolidata e il centro di un business mondiale, stavamo ancora aspettando un festival dedicato al 100% a questo tema.
È così che nasce il Milano Coffee Festival – che si è tenuto dal 19 al 21 maggio 2018 allo spazio BASE di via Tortona – il primo grande festival italiano dedicato al caffè, alla sua cultura e alle sue infinite preparazioni.
Appassionati, curiosi, baristi, torrefattori, produttori di macchine e operatori del settore sono accorsi a Milano per condividere la passione per il caffè, buono da bere, ma anche interessante da conoscere e affascinante da scoprire, grazie al ricco programma di attività che hanno animato le tre giornate: educational, degustazioni, laboratori, esposizioni e incontri di approfondimento, pensati per coinvolgere il visitatore in un’esperienza unica.
Un calendario ricco di appuntamenti al Milano Coffee Festival
Durante le tre giornate agli addetti ai lavori sono stati dedicati alcuni appuntamenti specifici tra cui l’”Assaggio sensoriale” per imparare a riconoscere un caffè di qualità, l’educational “Espresso perfetto” per apprendere tutti i suoi segreti, e grazie a “Coffee in Good Spirits” scoprire come il caffè può diventare protagonista dell’aperitivo o del dopocena all’insegna della mixology.
Ma il Milano Coffee Festival non ha dimenticato il grande alleato del caffè, il latte. “Latte Art Specialist” è stato il momento dedicato a chi trasforma un semplice cappuccino in un’opera d’arte con l’aiuto di un’autorità in materia, Luigi Lupi.
L’estrazione (del caffè) è un’arte
La parte più interessante per il pubblico presente è stata quella dedicata alle degustazioni e ai nuovi tipi di estrazione del caffè.
Così, per non farvi perdere nulla, abbiamo deciso di raccontarvi i 4 metodi che hanno incuriosito maggiormente: Syphon, Chemex, V60 e Cold Brew.
Syphon: le parti che lo compongono sono diverse, ma il procedimento è molto semplice: accendendo la fiamma sotto l’acqua presente nell’ampolla in basso si crea calore, e quindi pressione, che spingerà l’acqua nel globo superiore.
Una volta arrivato lì si aggiunge il caffè che si infonderà con l’acqua.
Spenta la fiamma, il liquido verrà progressivamente spinto verso il primo globo dalla pressione, passando attraverso il filtro posizionato tra le due ampolle.
Chemex: la sua struttura in vetro, materiale che garantisce di non assorbire sapori e odori, è arricchita da anelli di legno legati da un cinturino di cuoio che lo rendono un oggetto elegante e dal design ricercato.
Il Chemex rientra nell’insieme delle estrazioni chiamate “pour-over” in quanto consiste anch’essa in una estrazione manuale che avviene versando l’acqua sul macinato attraverso un filtro di carta.
Inoltre, la sua forma inferiore ad ampolla, permette al caffè estratto di ossigenarsi proprio come in un decanter.
V60: la principale caratteristica è l’angolo del filtro di 60°, che consente una maggior percolazione dell’acqua grazie alla quale si può applicare una macinatura più fine rispetto ad altri metodi di estrazione “pour-over”.
Esistono due diverse misure del V60: la 01 cup, adatta per una o due tazze alla volta (350ml) e la dimensione 02 cup, che può realizzare fino a 500 ml di caffè.
Come le dimensioni, esistono anche diversi materiali, si parte dal più economico in plastica, in ceramica o vetro fino ad arrivare ai nuovissimi modelli in metallo molto resistenti e dotati di un’ottima conduttività termica.
Cold Brew: Il suo particolare processo a freddo permette di evitare l’estrazione di alcuni oli e acidi grassi presenti nel caffè normalmente solubili ad alte temperature.
Il risultato sarà un prodotto con alta concentrazione di sapore, ma con bassa acidità e quindi meno aggressività per lo stomaco.
Il caffè realizzato con questa tecnica però non deve essere per forza consumato freddo, è possibile infatti servirlo a temperatura ambiente.
Dove assaggiare tutti i caffè del mondo? Al Milano Coffee Festival!
I laboratori e le attività non sono state le sole ad animare l’evento.
A richiamare appassionati e semplici curiosi è stata anche la grande area nominata “coffee experience”, un ampio spazio espositivo-commerciale dedicato ai torrefattori e alle varie realtà che compongono l’articolata filiera e una suggestiva area dedicata alle origini e alla sostenibilità della materia prima, dove i principali Paesi produttori hanno messo in vetrina usi, costumi e tradizioni delle rispettive terre.
Tra le molte aziende presenti anche Filicori Zecchini, che ha presentato prodotti provenienti dall’altro lato del mondo, ma lavorati e valorizzati dall’expertise italiana, come le Single Origin Etiopia e Mexico.
Ogni varietà di caffè Single-Origin ha caratteristiche organolettiche differenti derivate dal terreno e dal clima in cui la pianta è cresciuta.
Queste variabili influenzano il sapore finale del caffè:
Etiopia
Questa varietà è coltivata nella provincia etiope del Sidamo, da dove sembra sia partita la leggenda sulla scoperta del caffè: un giovane pastore di nome Kaldi trovò per caso una varietà di ciliegia che rendeva energiche e iperattive le sue capre.
Kaldi provò a mangiare queste ciliegie e scoprì che avevano il potere di allontanare il sonno e la fatica.
Con il tempo si scoprì che tostando e bollendo i semi si otteneva una bevanda profumata e gustosa: il caffè.
Il Single Origin Messico proviene da agricoltura sostenibile e il suo gusto richiama una sensazione di agrumi accompagnata da note leggere di bergamotto e foglie di tè nero con un retrogusto di nocciola.
Mexico
La caratteristica principale del terreno dal quale proviene è l’altitudine, rigorosamente oltre i 1000 metri di altezza, come le varietà di arabica più pregiate al mondo.
Questo permette alla pianta del caffè un ciclo di crescita e maturazione più lento, che impregna le bacche di zuccheri complessi che danno origine ad un sapore più intenso e articolato, unico nel suo genere.
I chicchi del Single Origin Mexico, coltivati in maniera così particolare e selezionati, sprigionano sapori decisi con delicate note di cacao e una lieve sensazione di tabacco fresco.
Senza dimenticare la dolcezza con un retrogusto di cannella e di zucchero di canna.
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